Cyberbullismo: conoscerlo per proteggere noi e chi amiamo

Cari genitori, ragazzi e formatori,
avete mai sentito parlare di cyberbullismo? Probabilmente sì, ma sapete davvero cosa comporta e perché è essenziale parlarne? È un fenomeno in preoccupante aumento, soprattutto tra gli adolescenti; oggi più che mai dobbiamo imparare a riconoscerlo, comprenderlo e contrastarlo con consapevolezza per proteggere noi stessi e i ragazzi.
Cyberbullismo in poche parole…
Il cyberbullismo non è solo un litigio online o una “ragazzata”. È un comportamento grave e pericoloso. Secondo la Legge n. 71 del 29 maggio 2017, è definito come:
Qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica (Gazzetta Ufficiale, 2017).
La legge vuole proprio contrastare questo fenomeno in tutte le sue manifestazioni con azioni preventive, di attenzione, educazione e tutela dei minori coinvolti, che siano vittime o responsabili.
Il Cyberbullismo è come il Bullismo classico? Non proprio…
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ci aiuta a comprendere le differenze fondamentali:
Il pubblico è enorme: mentre il bullismo di solito avviene a scuola o nel quartiere, il cyberbullismo può coinvolgere ragazzi e adulti in ogni parte del mondo. I contenuti dannosi possono diffondersi velocemente e raggiungere molte più persone.
Chiunque può essere un cyberbullo: non serve essere “forti” o prevaricatori nella vita reale, come accade nel bullismo. Dietro uno schermo, anche chi è vittima nella vita reale può diventare cyberbullo.
Spesso sono anonimi: i bulli “tradizionali” sono solitamente conosciuti dalla vittima (compagni di classe, ecc.). I cyberbulli invece possono nascondersi dietro profili falsi o anonimi, rendendo difficile sapere con chi si sta interagendo e creando un senso di impotenza nelle vittime
È 24 ore su 24: Il bullismo spesso avviene a scuola o lungo il tragitto, le aggressioni online possono accadere in qualsiasi momento e ovunque, dato che siamo sempre connessi con i nostri dispositivi.
Sembra meno “reale” per chi attacca: i cyberbulli spesso agiscono con una percezione di invisibilità. Sentono di avere ampia libertà di fare online ciò che non farebbero nella vita reale, e possono attribuire le conseguenze al loro “profilo utente” invece che a sé stessi.
Le diverse facce del Cyberbullismo
Le forme di cyberbullismo sono numerose e spesso subdole. Ecco le più comuni:
- Molestie (Harassment): invio continuo di messaggi offensivi o umilianti
- Cyberstalking: sorveglianza ossessiva online con continue e, a volte spaventose, molestie
- Revenge porn: condivisione di contenuti intimi senza consenso: un dato preoccupante del 2018 ha evidenziato che 1 adolescente su 10 pratica il sexting
- Cyberbashing: filmare e diffondere episodi di aggressione
- Outing: rivelare segreti o immagini private di qualcuno, spesso con minacce
- Denigrazione (Denigration): diffondere contenuti per danneggiare la reputazione
- Esclusione sociale (Exclusion): escludere intenzionalmente da chat di gruppo o community
- Hacking: rubare l’identità di qualcuno per diffondere contenuti dannosi o offendere altri
- Manipolazione psicologica: usare inganni online per ottenere informazioni personali o estorcere risorse finanziarie
L’impatto sulle Vittime: non sottovalutiamolo mai!
Le vittime di cyberbullismo provano emozioni fortissime: paura, ansia, vergogna, rabbia e tristezza. Queste emozioni possono durare a lungo e danneggiare la fiducia in sé stessi, l’autostima e la percezione di sé. La difficoltà nell’identificare gli aggressori anonimi crea un senso di impotenza che rende ancora più difficile affrontare la situazione.
Il cyberbullismo non è solo un insieme di atti offensivi compiuti online: è una violenza psicologica che lascia ferite profonde e durature. Le vittime, spesso adolescenti, si trovano ad affrontare un’ondata di emozioni intense e destabilizzanti. Paura, ansia, vergogna, rabbia e tristezza non sono reazioni temporanee, ma sentimenti persistenti che possono compromettere seriamente la fiducia in sé stessi, l’autostima e la percezione del proprio valore personale.
Uno degli aspetti più crudeli del cyberbullismo è la difficoltà di identificare chi si cela dietro un profilo anonimo. Questo anonimato crea un forte senso di impotenza nella vittima, che non sa da dove arrivano gli attacchi e non ha modo di difendersi direttamente. La sensazione di essere costantemente esposti, senza poter prevedere o fermare l’aggressione, può portare a un grave stress emotivo.
Gli effetti del cyberbullismo non si limitano al momento dell’attacco, ma si manifestano anche a lungo termine, influenzando profondamente la vita quotidiana della vittima portando con sé disturbi del sonno, isolamento, depressione e problemi scolastici.
Quanto è diffuso?
Secondo dati del 2019, il 19,6% dei ragazzi italiani ha subito cyberbullismo almeno una volta, con una maggiore incidenza tra le ragazze che, purtroppo, sembrano essere più esposte. (Generazioni Connesse, 2019)
Come possiamo agire? Prevenzione e intervento
La prevenzione comincia da casa, passa per la scuola e coinvolge tutte le comunità
Ruolo dei Genitori: presenza e ascolto
I genitori hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione del cyberbullismo. Serve costruire un dialogo aperto e continuo, basato sulla fiducia. Monitorare l’uso della tecnologia non vuol dire invadere la privacy, ma accompagnare i figli a usare il digitale con consapevolezza.
Spieghiamo loro le regole di un comportamento rispettoso online e incoraggiamoli a chiedere aiuto senza timore. È altrettanto importante saper riconoscere i segnali d’allarme: isolamento, sbalzi d’umore o uso eccessivo dei dispositivi possono indicare che nostro figlio è vittima o autore di bullismo. Restare presenti è il primo passo per proteggerli.
Ruolo della Scuola: prevenire e proteggere
Le scuole, secondo la legge 107/2017, hanno il dovere di prevenire e contrastare il cyberbullismo. Possono attivare canali di segnalazione anonimi per tutelare gli studenti, offrire formazione digitale e supporto psicologico, e collaborare con famiglie e servizi territoriali.
Un ambiente scolastico attento e preparato può fare la differenza nel proteggere i ragazzi.
Educazione Digitale: crescere in rete con responsabilità
È essenziale educare i ragazzi a un uso consapevole della tecnologia, insegnando il rispetto online e il valore delle azioni digitali. Ogni clic ha un impatto reale.
Come capire se un ragazzo è coinvolto nel Cyberbullismo?
Occhio a questi segnali:
- Improvvisi cambiamenti d’umore o ritiro sociale
- Difficoltà scolastiche o rifiuto di andare a scuola
- Nervosismo quando usa lo smartphone o il PC
- Isolamento da amici o familiari
- Tendenza a nascondere in generale l’uso della tecnologia
Supportare le Vittime: un dovere condiviso
Le vittime del cyberbullismo devono sapere di non essere sole. È fondamentale creare spazi sicuri, empatici e accoglienti, dove possano esprimere emozioni, paure e chiedere aiuto senza giudizio. Solo così possiamo prevenire ulteriori sofferenze e iniziare un percorso di cura, fiducia e resilienza. La collaborazione tra scuola, famiglia e professionisti della salute mentale è indispensabile per accompagnare il ragazzo verso un recupero emotivo solido e duraturo.
Risorse utili e affidabili
Il Ministero dell’Istruzione mette a disposizione risorse online
- Piattaforma ELISA: una piattaforma E-learning per gli insegnanti sulle strategie antibullismo
- Generazioni Connesse: Safer Internet Centre Italiano – Un progetto co-finanziato dalla Commissione Europea
- Legge n. 71/2017 sulla Gazzetta Ufficiale
Dott.ssa Francesca Garofalo – Tutor doposcuola