L’esperto, o tutor, supporta lo studente attraverso un percorso personalizzato e, mirando ad esplorarne e conoscerne le modalità di apprendimento, lo aiuta a diventare consapevole di esse e, di conseguenza, autonomo.

Di solito, quando un ragazzo ha delle difficoltà, i suoi punti di debolezza vengono considerati con una messa a fuoco negativa; ciò può avere ricadute nefaste sull’immagine di sé e sulla motivazione.

Uno dei compiti da perseguire è, al contrario, proprio quello di individuare le competenze, i punti di forza del singolo e potenziarli.

Innanzitutto l’esperto osserva, con gli strumenti più adeguati, l’intero processo di apprendimento: come il ragazzo fa entrare un’informazione (input), come la assimila, i modi con i quali la accomoda al proprio sistema cognitivo, come la elabora e in che maniera la restituisce (output).

Questa modalità consente allo studente non solo di acquisire abilità e competenze ma, in modo più proficuo, anche di riconoscere e allenare lo stile di apprendimento più funzionale al proprio sistema.

Dopo l’osservazione e l’identificazione delle modalità cognitive e di quelle dell’apprendimento, viene curata la relazione educativa: la chiave di volta dell’intero processo.

Una sana relazione con il ragazzo è basata su un dialogo profondo, autentico e fondato su un sentimento di reciproca fiducia; essa diventa il luogo dove l’esperto valorizza la soggettività di chi ha davanti, ne promuove la stima e si pone in ascolto attivo delle esigenze consce ed inconsce.

Solo successivamente è affrontata la didattica: in collaborazione con il ragazzo, sono adottati e costruiti strumenti efficaci, utilizzabili nel concreto della vita scolastica e quotidiana.

Non tutti hanno bisogno di mappe per studiare: avendo un’associazione mnemonica parola-concetto più sviluppata, qualcuno preferisce elenchi puntati; altri hanno bisogno del supporto visivo che le immagini danno, altri ancora creano un alfabeto simbolico unico in grado di richiamare concetti segno per segno.